Martedì 13 marzo h 10.45
al Teatro Villoresi di Monza
La bottega del caffè
con Valeria Sara Costantin, Giovanni Gioia, Marco Pezza, Diego Runko, Giulia Versari
di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano
regia Marco Di Stefano
compagnia La Confraternita del Chianti
drammaturgia Chiara Boscaro
consulenza musicale Lorenzo Brufatto
assistente alla regia Cristina Campochiaro
produzione Teatro della Cooperativa in collaborazione con Associazione K. e Teatro In-folio Residenza Carte Vive
selezione Ritorno al Futuro 2015 - Residenza IDRA/C.T.B. Centro Teatrale Bresciano
temi classico, legalità-ludopadie
linguaggi teatro d'attore, prosa
durata 75 minuti
età consigliata 14-19 anni
biglietti interi € 10
biglietti ridotti € 8,50
scarica la presentazione
Si definisce “classico” un testo che a distanza di secoli continua a parlare al pubblico. La Bottega del Caffè di Carlo Goldoni è, a tutti gli effetti, un classico. Scritta nel 1750, la commedia affronta con humour nerissimo uno dei “vizi” maggiormente in voga nella decadente Repubblica di Venezia: il gioco d’azzardo. Sono passati 260 anni e il gioco d'azzardo rimane, nonostante il tempo, una delle dipendenze più pericolose. Quella del gioco d'azzardo è la terza industria in Italia. Circa 750.000 persone sono affette da GAP (gioco d'azzardo patologico). Centinaia di migliaia sono le “macchinette” attive.
La storia è quella di Eugenio, giovane che passa intere notti perdendo tutti i suoi averi (averi della moglie, in effetti) e di Ridolfo, il proprietario de “la bottega del caffè” che fa di tutto per proteggere Eugenio. Attorno a loro, garzoni, mogli, maldicenti, truffatori e donne misteriose rendono la vicenda ricca di colpi di scena, equivoci, battute sagaci e svelamenti.
E allora basta trasportare la vicenda nella nostra società, oggi. Dove il mondo digitale delle videolottery ha sostituito i tavoli delle fumose sale da gioco. Venezia? Milano? Roma? Napoli? Cosa cambia? Qui conta solo la sala slot, il luogo dove Eugenio passa tutta la sua giornata.
Vogliamo tradurre ciò che Goldoni ha scritto per i suoi contemporanei in una lingua che restituisca la tragica ironia dell'autore, il suo umorismo nero, il suo sguardo disincantato. Vogliamo utilizzare tutti i mezzi che un gioco come il teatro.
![]() | ||
---|---|---|
![]() | ![]() | ![]() |